Vinamour, si fa portavoce dei vini d’eccellenza
È innegabile che il vino, quello buono, quello “sincero”, fatto da produttori che rispettano le tipicità dell’uva raccolta, il territorio e le tradizioni, ci regali notevoli sensazioni, gusto olfattive e cerebrali. Ma, purtroppo il vino da solo, non si può presentare, non possiede capacità di parola. Di questo però, se ne prende cura l’organizzazione Vinamour che, come mission, si impegna a far conoscere il vino nelle sue massime espressioni e a mettere in luce i produttori. Tutto questo grazie ai suoi eclettici amministratori, ad esperti sommeliers e abili giornalisti.
Venerdì 4 ottobre, presso Villa Boninsegna, che offre un servizio di affittacamere (bellissime) ed una fornita enoteca a Castel d’Azzano gestita da Diego Boninsegna, sono stati presentati alcuni vini della Soc. Agr. Tenuta Malavasi, che da 4 generazioni si dedica con passione all’agricoltura e che nel tempo, ha dato alla produzione di vino una sempre maggiore importanza. Oggi l’azienda è capitanata dall’imprenditore Daniele Malavasi, che unendo amore per le tradizioni, ma anche genialità per le innovazioni, ha figliato vini pluripremiati, sia con una forte identità territoriale, sia capolavori per palati estremamente esigenti, alla ricerca di straordinarie unicità.
I vini che Daniele ci ha presentato, in un riuscitissimo abbinamento con i piatti preparati dallo chef Marco Losi di Sale & Pepe Chef a domicilio, sono stati: il Colombo brut Lugana DOC, il Camilla Lugana DOC, il Mulinero vino rosso collezione privata, alla fine con il dessert, il Metodo Classico Hottone brut millesimato.
Colombo brut Lugana DOC è uno spumante metodo Charmat, che ti invoglia al bicchiere successivo grazie alla sua freschezza e piacevolezza. Le delicate bollicine e le gradevoli note di mela verde lo rendono ideali per aperitivi e antipasti. I riconoscimenti ricevuti nel 2020 sono stati: 92 punti su 99 per Luca Maroni, 3 grappoli su 5 per la guida Bibenda, il riconoscimento per l’originalità e il valore del prodotto per la guida Veronelli.
Camilla Lugana DOC mi ha colpito moltissimo la particolare capacità di raccontare il terroir del Lugana. Il suolo, caratterizzato da argille coriacee, il microclima prodotto dalla vicinanza con il lago e la peculiarità della Turbiana, da secoli coltivata in questa zona, sono perfettamente messe in risalto in questo vino. Il palmarès di riconoscimenti e premi è vastissimo, ben 15 titoli. Tutto questo per un vino che si presenta all’olfatto con suadenti sentori di mandorla e dal gusto avvolgente, pieno, delicatamente aromatico e dall’elegante mineralità.
Mulinero… Qui ci troviamo a mio avviso, di fronte ad un’autentica opera d’arte. Un’apoteosi per tutti i sensi, nessuno escluso. Con il tatto, ci accorgiamo di una bottiglia più pesante che racchiude come in uno scrigno il nettare contenuto. La vista viene attratta da un’etichetta emblematica. Nel disegno… una candida sfera, forse il globo terrestre o una luna piena. Ma… è proprio durante la luna piena che la linfa è concentrata nei frutti, migliorandone maturazione e sapore. Molti, infatti, vendemmiano in questo momento. Dal roteare di questa sfera si genera un intenso e pregiato fluido rosso che riempie la bottiglia. Nel calice… il vino risulta di un rosso rubino intenso con riflessi granati. Gusto e olfatto sono rapiti e deliziati da alcuni meravigliosi fattori, tra questi: il prezioso vitigno di produzione, cioè il Petit Verdot, capace di dare vita a vini di grande struttura e longevità. In Italia, gli ettari coltivati con quest’uva sono solo 65, ciò ci fa capire quanto raro possa essere questo prodotto. Il vitigno originario della Médoc viene coltivato in un solo ettaro sulle colline moreniche, dove trovano dimora 10.000 ceppi quando di solito, in un lembo di terra simile, se ne ospitano 5000. Di conseguenza, ogni singolo grappolo ha un’altissima concentrazione di sostanze polifenoliche. Ecco che nel bicchiere troviamo un vino suntuoso, i profumi sono di grande eleganza, in evidenza una marasca matura, si percepiscono il pepe, la noce moscata ed il cuoio, note terziarie dovute ad un sapiente affinamento lungo 2 anni in barrique americane e francesi. In bocca è pieno, vellutato ed elegante, con un maestoso equilibrio tra sapidità, acidità e tannicità. Finale lungo, persistente con note balsamiche di eucalipto. Importantissimo… è che certi profumi e sapori si trovino magistralmente rappresentati solo in questo Mulinero, rendendolo un capolavoro più unico che raro. Infine l’udito, che gioisce quando sente il gorgoglio del vino che riempie il calice.
Con l’ultimo vino Hottone brut millesimato Metodo Classico, ci troviamo di fronte a un’altra chicca enologica. In questo caso troviamo piante secolari, risalenti al 1944, di vitigno tocai. Il vigneto si affaccia sul lago di Garda, su rilievi calcarei- argillosi. Delicate tecniche di vinificazione in cantina e la permanenza per almeno 24 mesi sui lieviti, ci regalano uno spumante dal colore giallo brillante con riflessi dorati e dal perlage fine e persistente. I profumi sono di erbe aromatiche, di mandorle amare, di crosta di pane. Al palato troviamo note di frutta secca, ma a mio avviso anche di miele e caramello. La persistenza gusto olfattiva è straordinaria.
In conclusione, tutte queste gemme, frutto della terra, della preparazione e dell’impegno di Daniele, fanno di lui un grande artista in ambito enologico, un gioielliere del vino.
Dott. Alessandro Bertolotto
Sommelier F.I.S.A.R. (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori)
Laureato in Scienze psicologiche per la formazione